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Chiamatelo come volete

Il recupero di materiali di scarto o presunti tale è una pratica molto diffusa, ma anche molto nascosta poichè in essa convivono diverse coscienze, a partire da quella più severa della sopravvivenza a finire a quella dell’arte. Da sempre gli scarti soddisfano e affascinano quasi senza considerazione di tempo e stato sociale, i più poveri riescono a trovare scarne risorse di una sopravvivenza quotidiana, gli studenti ne fanno un uso estemporaneo per l’arredo, gli anziani, in molti di loro è insita l’idea del non spreco e per alcuni dell’accumulo, per i creativi, gli artisti molto spesso una risorsa che li aiuti a trovare quell’idea geniale e diversa che gli faccia avere il riconoscimento a cui aspirano, i più ricchi per non essere screditati lo fanno sotto forma di moda. E' un mondo parallelo, c’è chi acquista sempre di più per poi buttare sempre di più, magari la stessa roba che ha gettato precedentemente riacquistandola sotto un’altra forma e altro nome, magari pure firmato, c’è chi non potendo fare altro cerca la soluzione al nulla, al vuoto, alla desolazione, c’è chi osserva gli scarti per raccontare la storia di un periodo, c’è chi tra gli scarti ci va per indagare...insomma il mondo degli scarti è un mondo costruito da tutti. Siamo talmente presi dalla frenesia del consumo che oramai gli scarti, oggetti un tempo molto cari, ma di un tempo che non c’è più, così che nell’epoca del digitale tutto diventa talmente veloce , talmente distratto che tra gli scarti oramai ci stanno molti esseri umani e qui toccherà a tutti prima o poi. Il mondo degli scarti nasconde storie impensabili e come le storie di ogni singolo pieni di gioie e di sofferenza, chi raccoglie un qualsiasi tipo di scarto ne raccoglie anche la sua essenza, ecco che qui si apre un mondo sconosciuto, poichè l’uso, il consumo, il riutilizzo di quello scarto trovato porta con se in parte l’essenza del suo racconto sconosciuto. Come quando ci capita di incontrare uno scarto umano, mossi dall’idea di solidarietà adottiamo l’essenza sconosciuta della sua vita trascorsa fino al momento del nostro incontro. Non voglio paragonare lo scarto materiale allo scarto umano ( ci ha già pensato il sistema ) ma, ogni scarto materiale proviene dalla vita di questa terra, per cui non mi è più facile pensare che qualsiasi scarto ha nel suo racconto la vita stessa, ecco la Vita, quella che fa vivere alcune vite a discapito di altre, la vita stessa pone un ripetitivo noioso copione di sopraffazione dove con tutta la buona volontà di parole di pace e solidarietà non riesce a frenare la tragedia della morte a ciclo continuo. Gli scarti non esistono mi son sempre detto leggendo ed osservando commenti e lezioni del passato, ma forse siamo tutti scarti abbiamo solo un piccolo tempo in cui ci sentiamo preziosi e amiamo essere collocati bene in vista...ma poi la moda cambia, e le attenzioni si rivolgono altrove. Un tempo i nonni erano al centro per tutto il loro tempo di nonni, con la loro saggezza con la loro storia...poi il tempo le mode li ha messi un po da parte pian pianino, il genitore aveva una collocazione diversa fino a qualche tempo fa, i figli...oggi il tutto con gli stessi nomi, ruoli ma in un tempo breve , sempre più breve, esattamente per il tempo che consumando tutto velocemente consumiamo noi stessi, potrebbe valer la pena non pensarci...ma il non pensarci non eviterà di diventare “ scarti “. Certo non finiremo in un cassonetto della differenziata , ma sostanzialmente in un’altro tipo di cassonetto ... finchè verremo trasformati da cibo per microrganismi a cacca che ritorna in vita sotto altra forma.La pratica del riciclo non l’ha inventata nessuno, esiste da sempre in natura, poi a qualcuno piace chiamarlo, riuso e riciclo, altri upcycling, altri arte del riciclo e così via, in realtà non ci arrendiamo all’idea che il vero grande protagonista assoluto del riciclo è un microrganismo che magari potrebbe chiamarsi pure Pasquale o Annibale, ma la genialità assoluta dell’essere umano è l’etichetta, che ci diamo da soli perchè diciamocelo, non è bello che dei minuscoli microrganismi che non hanno macchine, cellulari, computer, attrezzi straordinari, che non hanno santi da festeggiare, parlamenti e governi da mantenere, siano considerati degli esseri superiori. Brutta notizia, loro riciclano proprio tutto, addirittura quella poltiglia malefica che ci portiamo nella nostra testa che chiamiamo cervello, loro la riciclano e poi la cagano per farci nascere erba che non serve a niente...la maggior parte erbaccia, che poi toccherà a quelli che vivranno dopo di noi magari estirparla usando prodotti chimici...ma ragazzi quelle erbacce sono cervelli bacati mangiati e cagati di chi prima di noi ha fatto come noi. Questo piccolo scritto è un omaggio all’intelligenza e al compito straordinario dei maestri microorganismi, gli stessi che credo, nel processo di riciclo hanno compromesso volutamente le future generazioni umane disseminando in ogni dove la mediocrità e la stupidità, in modo che lentamente l’essere umano sia inghiottito dalla sua stessa stupida genialità, ma è anche un mio personale invito a cambiare stile di vita, certo non potrà evitarci di diventare cacca di microrganismi ma magari sarà una cacca più profumata che produrrà fiori per le future generazioni al posto delle erbacce.
Sergio Scarcelli

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