21 marzo 2018 - Casa delle Culture - Bari
"Fibra " laboratorio
creativo con materiale naturale ricavato da scarti di potature di alberi.
i ragazzi partecipanti sono circa 20
extra comunitari una parte ospiti della struttura , altri provenienti da altre
strutture.
l'idea va oltre quella del laboratorio in se, mi affascina ,
un interfaccia tra la nostra cultura e quella dei partecipanti, una contaminazione
propositiva e reciproca.
la mia proposta parte da alcuni
parametri che mi son dato come riferimento, l'olfatto, la manualità, il senso
del concetto di " laboratorio " lo scambio di informazioni che ne
deriva, l'empatia che si crea attraverso queste dinamiche.
I laboratori di "riciclo" o
di "riuso" oggi rispetto a qualche anno fa, assumono un significato
diverso, hanno un peso differente nella nostra crescita sociale ed individuale,
(nonostante si faccia fatica a far comprendere la loro importanza ) sono uno
strumento di carattere sociale, economico e ambientale, certo questo non
legittima ogni tipo di attività laboratoriale di questo tipo, anzi pone delle
serie e responsabili domande a cui dare risposte.
Dopo diversi anni di laboratori,
credo di essere approdato ad una prima importante tappa da cui ri-partire con
una cosapevolezza maggiore, conservando l'idea che la manualità a tutte le età
è importante per diverse ragioni e con il beneficio che ne deriva, ho fatto
delle soste su alcune valutazioni:
con il tempo i materiali che possono
essere utili nelle attività di riciclo diventano sempre più complessi, sempre
più difficili da separare tra loro, lentamente si trasformano in materiali che
richiedono una tecnologia appropriata, di consguenza una capacità professionale
di competenze maggiori molte volte con l'utilizzo di teconologie d'avanguardia,
di conseguenza investimenti diversi, più corposi e questo lo rende più
complesso, il riciclo diventa inesorabilmente un campo minato e inevitabilmente
un settore più da processo industriale, anche per quantità di materiali di
nuova generazione, a questo punto la mia domanda è stata come e fino a che
punto questo processo in piccole dimensioni potrebbe ancora rappresentare una
possibilità concreta per il singolo soggetto, o il piccolo artigiano? o per
coloro che alla ricerca di una soluzione di un quotidiano difficile potranno
attingere ad esigue risorse.
Il panorama dei regolamenti,
normative e leggi sul trattamento dei rifiuti o scarti è un panorama molto
complesso, a volte anche molto ambiguo per tanto richiede una buona
preparazione, questo ha diverse valutazioni, da un lato è giusto che ci siano,
da un altro se non inglobato in un'analisi sociale molto più articolata rischia
di essere una sorta di fenomeno implosivo di crescita ( molto spesso l'incauto
assemblaggio di materiali con collanti di nuova generazione trasforma un
materiale dismesso e recuperabile, in rifiuto speciale, la cui destinazione diventa di difficile collocazione ) da l'altro
lato il recupero di materiali dismessi offre la possibilità a chi sa, di
potersi realizzare una lampada, una sedia, un divano, un letto che magari non
potrebbe permettersi di acquistare.
Con il passare degli anni la cultura
della raccolta differenziata, comincia ad affermare la sua validità, il suo
senso, ma al tempo stesso crea un problema sociale di notevole rilevanza.
Più i materiali sono irrecuperabili in modo artigianale, meno possibilità possono
esserci sul loro riutilizzo attraverso piccoli percorsi virtuosi, generando una
microeconomia di sostegno per i soggetti più deboli.
Certamente anche in questo caso le
valutazioni, le riflessioni portano lontano ma per cercare di non andare a finire nelle sabbie mobili di questo
argomento voglio limitare il tutto a semplici e circoscritte considerazioni dal
carattere molto sobrio e pragmatico di chi con il passare veloce di questo
tempo è costretto a fare i conti con una società che sta cambiando velocemente
, troppo velocemente.
L'uso di materiali di recupero per
loro natura, ho sempre considerato, fossero materiali dismessi in quanto non
più utilizzabili ( per diverse ragioni ) da chi ritenesse che ormai avessero
esaurito il loro ciclo, questi materiali ( oggetti e quant'altro ) da sempre e
in tutte le culture hanno sempre trovato un riutilizzo da parte di chi
rivisitandoli sapesse che potessero ancora essergli utile, da qui il riuso, poi
il riciclo se lo si modifica, insomma è una cultura, intesa come fenomeno
sociale.
Personalmente ho voluto dare in
questi anni una lettura diversa, i materiali dismessi consevavano delle storie
quasi come se avessero racchiuso in qualche maniera le energie, i pensieri e le
emozioni a partire dal costruttore fino all'ultimo utilizzatore.
Siamo proiettati verso una società
che consuma in una maniera spaventosa, producendo una quantità di rifiuti impressionante,
una quantità che non può essere riciclata da piccole realtà, anche per la loro
natura complessa, per questo rimaniamo sempre meno affascinati e nella velocità
dei nostri consumi di materiali follemente inanimati rischiamo di perderci e di
essere risucchiati senza sentire più alcun dolore, senza renderci più conto che
quel dolore è la nostra ultima spiaggia, la nostra utima disperata barriera che
possa ostacolare la decadenza dell'umanità.
Leggo in questo passaggio una triste
associazione con quanto avviene nel mondo, le povertà, le guerre, fenomeni
drammaticamente in aumento come in aumento è la nostra incapacità di misurarci
con la sofferenza e i dolore provocato da una cecità inaccettabile.
Siamo inconsapevolmente ( voglio
credere ) complici di questo processo, ce lo dicono i nostri consumi, che
generano scarti e rifiuti, ce lo dicono i nostri conflitti che generano guerre,
povertà e rifiuti umani nella stessa quantità dei rifiuti materiali.
Cominciamo ad avere le stesse
difficoltà nel recupero dei rifiuti da quelli materiali a quelli umani che
stiamo creando.
Da questa breve analisi molto
sommaria ( in questa presentazione, ma molto più approfondita nel mio percorso
di ricerca ) ho voluto ripartire con la mia idea di attività di laboratori,
chiuso per alcuni mesi nella mia casa-studio-laboratorio ho messo a punto il
progetto "Fibra" utilizzando una parte di scarti di potature di
alberi, ne ho ricavato un materiale abbastanza plastico e semplice per la
lavorazione, che secondo la mia idea conservasse gli odori e potesse attraverso
la sensazione tattile riportare ad un rapporto con la natura necessario, a seguito di questa ricerca mi
sono imbattuto nell'approfondimento dell'ecopsicologia , della metereologia e
di una parte affascinante della matematica, attraverso questi approfondimenti
ho provato a fare delle associazioni con i fenomeni sociali di questo tempo.
Oggi dopo diversi primi piccoli
approcci presso il liceo Scientifico G. Salvemini di Bari presso la Casa Circondariale di Bari con
alcuni detenuti è arrivata la
presentazione più corposa presso la Casa delle Culture di Bari , tre diverse
esperienze, con risultati piuttosto soddisfacenti, in gran parte anche
abbastanza convergenti e in linea con le mie aspettative, in ogn'una delle tre
situazioni si son verificate anche delle situazioni differenti in
considerazione di ambiente, circostanze, diversa utenza, ( liceo , 20 alunni
del secondo anno il laboratorio si è svolto in un'aula attrezzata per
laboratori di scienza, casa Circondariale 4 utenti con rapporto singolo, Casa
delle Culture iniziativa comunitaria in sala adeguatamente attrezzata con
banchi per la lavorazione con la partecipazione di tre ragazzi minori e 15 maggiorenni
extra comunitari e 4 operatori del
centro Casa delle Culture ) da queste tre esperienze sono venute fuori indicazioni
abbastanza interessanti e incoraggianti
Sergio Scarcelli
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