Il riuso e riciclo creativo sembra essere diventata una rinnovata realtà, questa pratica si rinnova in tempo di crisi, non è una novità , in tempo di crisi si riscoprono pratiche intelligenti, la differenza è che la pratica mossa dal bisogno non incide sulla lungimiranza mossa da riflessioni che alla base hanno la necessità di un cambiamento radicale su scelte politiche e sociali di un sistema che sempre più spesso mette in evidenza i suoi limiti.
Una famosa e sempre più necessaria ridistribuzione delle risorse si rende necessaria, ma è altrettanto vero che le regole non ci sono, le leggi in materia non esistono, poiché, tutto in questo sistema si basa sull'esatto contrario.
il sistema del massimo profitto regola e disciplina le nostre vite in modo da non far mai esplodere dei fenomeni che rischiano di mettere in crisi sistemi produttivi che garantiscano il continuo consumo, questo meccanismo è messo in sicurezza attraverso il ricatto del lavoro.
Una società come la nostra prevede la garanzia del lavoro che permette una dignitosa quotidianità, ma l'analisi del momento è impietosa se si guarda attentamente alle difficoltà che crea un collasso pilotato.
Le domande più ovvie sono sul perché questo sistema ha fatto in modo che l'artigianato morisse a discapito di una produzione più vasta e veloce a favore dell'industria, sul perché l'agricoltura sempre di più sottrae territori al piccolo coltivatore per favorire le grandi multinazionali della produzione agricola, sul perché lo sviluppo di grandi centri abitativi prende il sopravvento.
Ancora una volta il rinnovarsi di pratiche intelligenti come il riuso e riciclo viene ostacolato nonostante l'evidenza di un proliferare di iniziative in ogni dove.
Molte volte mi chiedo se è solo la follia di pochi creativi o la pazzia piatta di una massa che relega queste pratiche a fenomeno da baraccone come vorrebbe il sistema.
Sono abbracciato all'estasi della creatività ritenendo questa la rivoluzione che ostacola la pesantezza e l'aridità passiva che condanna il genere umano, contrapponendolo in modo innaturale ad un modello sobrio e decisamente più sano.
Sergio Scarcelli
Una famosa e sempre più necessaria ridistribuzione delle risorse si rende necessaria, ma è altrettanto vero che le regole non ci sono, le leggi in materia non esistono, poiché, tutto in questo sistema si basa sull'esatto contrario.
il sistema del massimo profitto regola e disciplina le nostre vite in modo da non far mai esplodere dei fenomeni che rischiano di mettere in crisi sistemi produttivi che garantiscano il continuo consumo, questo meccanismo è messo in sicurezza attraverso il ricatto del lavoro.
Una società come la nostra prevede la garanzia del lavoro che permette una dignitosa quotidianità, ma l'analisi del momento è impietosa se si guarda attentamente alle difficoltà che crea un collasso pilotato.
Le domande più ovvie sono sul perché questo sistema ha fatto in modo che l'artigianato morisse a discapito di una produzione più vasta e veloce a favore dell'industria, sul perché l'agricoltura sempre di più sottrae territori al piccolo coltivatore per favorire le grandi multinazionali della produzione agricola, sul perché lo sviluppo di grandi centri abitativi prende il sopravvento.
Ancora una volta il rinnovarsi di pratiche intelligenti come il riuso e riciclo viene ostacolato nonostante l'evidenza di un proliferare di iniziative in ogni dove.
Molte volte mi chiedo se è solo la follia di pochi creativi o la pazzia piatta di una massa che relega queste pratiche a fenomeno da baraccone come vorrebbe il sistema.
Sono abbracciato all'estasi della creatività ritenendo questa la rivoluzione che ostacola la pesantezza e l'aridità passiva che condanna il genere umano, contrapponendolo in modo innaturale ad un modello sobrio e decisamente più sano.
Sergio Scarcelli
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